REDAZIONE
Breve
autobiografia
Discendo da
una famiglia povera, Mio padre Luigi, buonanima era un
falegname mentre mia madre Lina lavorava nei campi come
bracciante, in quel di Sermide Paesino sulle rive del fiume Po dove
siamo nati io, mia sorella Marisa, la più anziana (scomparsa
diversi anni or sono), mio fratello Giorgio secondo genito,
(in pensione, beato lui da diversi anni) ed io, mentre mio
fratello Paolo il più giovane, (si fa per dire dato che già
57 anni) è nato a Bolzano in Alto Adige e lavora come artigiano e
libero professionista come decoratore, comunemente detto
"imbianchino".
Mio padre nel
1951 dovette lasciare il paese, perchè allora c'era troppa miseria e
lavorando nella bottega di falegname con mio nonno Diomede non
riusciva a mantenere la famiglia.
Grazie ad un
parente, si spostò a Bolzano trovando lavoro in una impresa edile
come carpentiere ed un anno dopo ci trasferimmo tutti andando ad
abitare in una baracca di legno nel cantiere dove lavorava mio padre,
che serviva da deposito alla ditta edile dell'Ing. Levrini.
Era una
baracca di legno piccola e rozza che mio padre riparò alla meglio
prima di trasferirci tutti. Mi ricordo benissimo, nonostante la mia
tenera età, (allora avevo 4 anni), che la prima notte, nella baracca
al posto della porta c'era un telo fatto con sacchi di iuta, io e mio
fratello Giorgio dormivamo nella stessa brandina, uno di fronte
all'altro e dato che io ero molto piccolo i miei piedi non arrivavano
sul suo cuscino ma i suoi sì sul mio, dato che lui aveva già 11
anni, morale che dovevo dormire con la testa guardando il soffitto
per la puzza insopportabile dei suoi piedi e di fianco avevo il gatto
che runf runf faceva le fusa. Questa immagine di quella situazione mi
è rimasta impressa fino ad oggi e me la porterò nella tomba,
quando arriverà la mia ora.
In quella
baracca è nato mio fratello Paolo e ci siamo rimasti per ben 9 anni
fino a quando finalmente ci venne assegnato un appartamento nelle
case popolari dalla parte opposta della citta, non mi sembrava vero,
un bell'appartamento riscaldato di tre stanze più soggiorno, cucina
e finalmente un bagno con l'aqua calda, mia sorella aveva una stanza
piccola ma tutta per se mentre noi maschi avevamo una camera grande
come quella dei miei genitori. Allora mi ricordo che mio padre una
sera venne a casa con un televisore, naturalmente in Bianco e nero,
che andava a gettoni. Siamo stati i primi della nostra scala ad avere
un televisore così alla sera la sala era piena di ospiti inquilini
della stessa scala, che a turno pagavano i gettoni per vedere la tv,
un gettone durava 1 ora di trasmissione, allora la RAI trasmetteva su
un solo canale, mia madre non era molto contenta del fatto perchè
tutta quella gente che non stava mai ferma sulle sedie gli segnava il
pavimento che era in linoleum, e
tutte lu mattine doveva ridare la cera per cancellare i segni. Poi
con il tempo finalmente tutti o quasi si comprarono un proprio
televisore e così non venivano a disturbare, per la gioia di mia
madre che finalmente non doveva ridare la cera tutti i giorni, lei
era fin troppo maniaca della pulizia e i pavimenti della sala e delle
stanza erano sempre lucidi quasi a specchio, ma la posso capire, dopo
tanti anni vissuti in una baracca, finalmente aveva una casa tutta
per noi. Mia sorella e mio fratello maggiore iniziarono a lavorare
molto presto contribuendo al sostentamento della famiglia e anche mia
madre lavorava in un magazzino di frutta mentre io andavo ancora a
scuola, ma sinceramente, non avevo troppa passione per gli studi
anche se mi veniva facile apprendere, se naturalmente studiavo,
spesso non facevo neppure i compiti a casa per uscire a giocare con
gli amici con la conseguenza che il giorno dopo a scuola il prof. Mi
chiedeva sistematicamente: Claudio hai fatto i compiti? Ovviamente la
mia risposta era NO! Così mi beccavo un bel 2 come voto, mentre
nelle interrogazioni orali, se non ero il primo ad essere
interrogato, ascoltando quelli prima di me che rispondevano
esattamente alle domande del prof, quando era il mio turno me la
cavavo benino se il prof, mi faceva le stesse domande, se invece ne
faceva di nuove ero sistematicamente fragato.
Quando
iniziava la bella stagione in primavera facevo spesso cabò (marinavo
la scuola) ed andavo a girare per le passeggiate sui monti oppure a
girovagare in citta. Il problema era che il giorno dopo dovevo
portare la giustificazione e dire che sono stato a casa perché non
stavo bene, era una bugia alla quale il prof non credeva e voleva la
giustificazione firmata da mia madre e così imparai a falsificare la
firma, ma non andava sempre bene e mi beccavo delle sospensioni che
incidevano poi nel voto comportamentale che in pagella era sempre
insufficiente.
Morale che
mia madre stancatasi della mia negligenza mi disse: di studiare non
ne hai voglia? Bene a lavorare! Così iniziai al lavorare all'eta di
14 anni, come garzone in una officina meccanica a 500£ la settimana,
una nullità, ma mi è servito a capire che lavorare è duro e
ripresi gli studi nella scuola di apprendistato e frequentavo altri
corsi serali di elettrotecnica e l'anno seguente elettronica, perchè
avevo intenzione di evolvere e non dovere sempre fare il carpentiere
meccanico per tutta la vita, nel corso di elettronica oltre alla
teoria seguiva anche la pratica che consisteva nell'assemblaggio di
una radio, mi piacque e mi appasionai a tal punto che ricordo che fui
uno tra gli ultimi a finire la radio ma il primo che una volta accesa
funzionava perfettamente mentre altri hanno avuto svariati problemi,
soddisfatto della mia riuscita non ho nemmeno finito il corso per
prendere il diploma, ma ho poi continuato a studiare autonomamente
con dei corsi per corrispondenza iscrivendomi a Scuola Radioelettra
nel campo dell'elettronica, cosa che mi è servita in futuro nella
mia professione quando iniziai ad andare all'estero per installare
impianti automatici un po' in tutto il mondo per un paio di Ditte
Italiane. Nel frattempo
mi sposai
molto presto dopo il servizio militare all'età di 22 anni, allora
credevo per amore quando invece l'Amore vero, quello con l'A
maiuscola lo conosciuto quando avevo ormai 45 anni. Con mia moglie
andò tutto a gonfie vele fino a quando 3 anni dopo il matrimonio
nacque il mio primo figlio Adalberto dopodichè lei che
desiderava di diventare madre ancor prima di sposarci si scordò di
avere anche un marito ed il nostro rapporto cambiò completamente a
tal punto che quando capitava non disdegnavo di avere qualche
avventura extraconiugale per soddisfare la mia sessualita trascurata
ormai da tempo dalla mia consorte, alletà di 27 anni cominciai ad
andare all'estero per motivi di lavoro coronando così il mio antico
sogno di viaggiare per il mondo, Come dice il detto: lontano
dagl'occhi lontano dal cuore, e ancor di più senza il rischio di
venire scoperto le mie avventure "amorose" più a sfondo
sessuale divenivano sempre più frequenti, allora ero un uomo
piacente che aveva imparato come soddisfare una donna e portarla
all'orgasmo prima che lo raggiungessi io. E risaputo che
l'uomo non è come la donna che dopo il primo orgasmo ne può avere
facilmente altri a ripetizione, sappiamo tutti che un uomo dopo
l'orgasmo qual'cosa si affloscia e non è più in grado di soddisfare
la sua partenr se non dopo un po' di tempo, un po troppo per la donna
che ancora calda vorrebbe venire ancora svariate volte, questa verità
con mia moglie non ho mai avuto il piacere di sperimentare, forse
perché allora, troppo giovane non riuscivo a controllarmi e così il
più delle volte io venivo e lei ancora no. Ho conosciuto donne che
nella loro vita coniugale non erano mai riuscite a ranngiungere un
orgasmo per colpa di lui o forse di lei o forse di entrambi, ma
quando grazie ad una avventura extra conugale riescono a raggiungerlo
ecco che scatta la molla, e dopo il primo tradimento ne susseguono
altri e con la conseguente separazione e divorzio della coppia,
oppure sono talmente furbe da farla in barba al marito che è ignaro
del cambiamento della moglie e continuano un rapporto sciatto, fatto
forse di rispetto reciproco ma privo di emozioni forti tra di loro.
Come è
capitato a me quando mi innamorai come un cretino di una donna già
sposata che mi cofessò che con il marito non era mai riuscita a
raggiungere un orgasmo, donna bella colta, 11 anni più giovane di
me, quindi all'epoca aveva 34 anni, età in cui la donna raggiunge la
sua massima sessualità e desiderio di sfogare i propri istinti,
donna che mi fece perdere la testa, quando dopo un anno di passioni
forti ed incontri in casa mia, di nascosto dal marito naturalmente
(allora vivevo a Taiwan) decise che il nostro rapporto doveva finire,
facendomi cadere nella disperazione più profonda di chi credeva che
amore significasse anche possesso l'uno dell'altro, tutto sbagliato.
Ho passato notti insonni piangendo come un bambino fino al punto che
ero quasi sull'orlo di toglermi la vita. Mi sono ravveduto a fatica
dopo un certo periodo grazie ad alcuni libbri del Dalai Lama che
leggevo nelle notti insonni. Grazie a Lui capìì che amare non
significa possedere una persona ma rispettarla anche quando essa non
ti corrisponde, cercando solo di capire i suoi motivi perchè c'è
sempre
un motivo
quando un amore finisce, o meglio quando una passione finisce mentre
l'amore può continuare anche se non palesemente corrisposto, e
trasformare una passione in un rapporto di profonda amicizia
conoscendoci meglio per quello che siamo e non per quello che
pensavamo di essere. Chiusa parentesi, correva l'anno 1997, per
motivi di lavoro frequentemente dovevo recarmi in quasi tutti i paesi
dell'asia orientale, Corea, Giappone, Indonesia, Malesia, Tainlandia,
fin giù in Australia, principalmente a Melburn e Sidnei, poi iniziai
ad andare sempre più spesso in Vietnam dove mi trasferii
definitivamente attorno all'anno 2000 con il beneplacito della mia ex
amante e partner della Trading company che avevamo aperto insieme a
Taiwan per il motivo che la Ditta Italiana per la quale prestavo
servizio a Taiwan mi chiese di spostarmi come base logistica in
Malesia, cosa che a Lei e pure a me non andava di fare (all'epoca
eravamo nel pieno di una profonda passione reciproca) e quindi per
rimanere vicini fondammo una nostra Ditta........
A rapporto
cessato ma continuando ad essere parte della nostra Trading Company
le dissi: tu per i tuoi motivi, che rispetto (lei decise di
smettere di fare sesso perchè non si sentiva giusta in quanto moglie
e madre del suo unico figlio) non vuoi più fare sesso ma io ho
bisogno di avere una donna che non sia solo amica e collaboratrice
nel nostro business e quindi vado a vivere in Vietnam, va bene
"rospo", lei rispose (nomignolo che mi aveva dato non so
bene per quale motivo) e così mi trasferii a Vung Tao nel sud del
Vietnam, ridente cittadina situata alla sinistra del delta del fiume
Mekong, di cui la baia dava su uno dei tanti canali larghissimi del
delta e dalla parte opposta sul mare con una lunga spiaggia.
Collegata alla terra ferma tramite un istmo una sottile striscia di
terra paludosa ricca di mandrovie bagnata da un lato dall'acqua
salmastra del mare e dall'altro lato dall'acqua dolce del fiume, dove
la terra asciutta era solo la strada che collegava Vung Tao da Baria
per una quindicina di Km più o meno, mentre la citta di Vung Tao si
trova tra due colline su una piana di terra asciutta appena al di
sopra del livello del mare di qualche metro. (Vedi foto)
Immagine
della spiaggia che da sul mare con barche di pescatori
Baia di Vung Tao
barche sulla baia
capanna sul fiume
tramonto sul mare visto dalla baia
Tutte questa
immagini sono state elaborate da me con photorshop diversi anni fa
In questa
ridente cittadina, dopo svariate avventure con diverse ragazze che
duravano pochi giorni ed altre solo per una notte, conobbi quella che
sarebbe diventata poi la mia compagna definitiva Nhung,
l'attuale donna con cui vivo oggi.
Iniziai con
lei attorno all'anno 2000, fino a quando non sono stato costretto a
rientrare in Italia, nell'ottobre del 2006.
Successe che
un anno prima nel 2005 mi ammalai gravemente per una infezione
polmonare e dovetti farmi ricoverare in un ospedale a Saigon,
specializzato per le malattie polmonari, la mia degenza in
quell'ospedale durò un mese circa e dopo essermi ripreso e debellato
la malattia chiesi essere dimesso continuando le cure da casa, Il
primario non era daccordo ma sotto la mia insistenza mi diede da
firmare una dichiarazione la quale mi prendevo tutte le
responsabilità in caso di ricaduta, e prima di lasciarmi andare mi
volle nel suo ufficio per spiegarmi la causa della malattia, e fu
allora che appresi di avere preso l'HIV il virus dell'AIDS e che la
mia situazione immunologica era alquanto compromessa, Mi caddero le
braccia nell'apprendere quella terribile notizia ma ancor di più
pensavo che se io ero sieropositivo sicuramente anche la mia compagna
lo era, ma non potevo nasconderlo e quando uscii dall'ufficio del
primario la misi subito al corrente. Erano ormai passati sette anni
dopo che i miei rapporti sessuali con la mia partener a Taiwan erano
cessati, ma non sapendo esattamente quando rimasi infettato e da chi,
mentre per come la ragione era plausibile dato che quasi mai
prendevo contraccettivi prima e durante le mie avventure sessuali,
(che questo sia di monito ai giovani ai quali non dico di non fare
sesso ma farlo con intelligenza premunendosi da eventuali contagi)
non come me che stupidamente mi fidavo più della mia "buona
sorte".
Temendo per
la salute della mia partner a Taiwan, le telefonai subito mettendola
al corrente della mia situazione, pregandola di fare quanto prima le
dovute analisi. Fortunatamente lei, dopo un certo periodo mi
rassicurò dicendo
che non era
infetta, tirai un grosso respiro di sollievo. Ma lei era molto
adirata nei miei confronti per la leggerezza che avevo nei rapporti
con le donne e così mi beccai dell'asino, giustamente, e mi chiese
che cosa avevo intenzione di fare, io le dissi che tutto sommato
avevo già vissuto abbastanza e che non avrei fatto niente in attesa
della mia fine. Passo quasi un anno e non potendo più lavorare mi
feci mandare tutti i mesi un bonifico di 1000 USD dal mio conto a
Taiwan cosa che lei fece puntualmente tutti i mesi, fino a quando mi
sorse il dubbio che forse i soldi del mio conto corrente a Taiwan
potevano essere finiti e così gli telefonai chiededogli: ma i
soldi che mi mandi vengono sempre dal mio conto? Lei mi rispose:
caro Claudio il tuo conto è già secco da diversi mesi,
quindi capii che i soldi che mi mandava venivano dalle sue tasche e
questo non lo potevo sopportare, di conseguenza presi la decisione di
avvertire i miei figli della mia situazione e di tornare in Italia.
Era ormai l'ottobre del 2006 quando tornai in Italia, apparentemente
stavo ancora bene ma solo apparentemente, infatti i miei figli
insistettero di andare al Policlinico di Modena per le dovute analisi
ed iniziare la cura con gli antirettrovirali (farmaci che sono in
grado di diminuire l'effetto del virus) al policlinico constatarono
che ormai ero seriamente malato, di fatto ero rimasto con solo 17 CD4
(anticorpi) quando la media di una persona sana deve avere più di
300 CD4 perchè il suo sistema immunologico sia sufficiente a
contrastare possibili infezioni. Di fatti di li a poco iniziai a
stare male e fisicamente non riuscivo più nemmeno a
controllare
le mie funzioni fisiologiche, perdevo orine e feci prima ancora di
riuscire ad arrivare in bagno. Di li la decisione del ricovero
immediato onde poter fare una cura intensiva di antibiotici per
debellare tutte le infezioni opportunistiche che il mio organismo
aveva preso già da tempo. Rimasi in degenza per oltre 40 giorni.
Guarito dalle infezioni ma visibilmente debole a causa della lunga
degenza in ospedale fui dimesso il 15 dicembre dello stesso anno.
Promettendo a me stesso che avrei fatto di tutto per ristabilirmi
completamente e ritornare una persona autonoma in grado di ritornare
al lavoro, perchè non sopportavo di essere di peso ai miei figli ed
ai miei due fratelli, di li a tre mesi circa avevo ripreso il mio
peso forma e le mie forze come una persona normale mentre giorno dopo
giorno grazie ai farmaci antirettrovirali riacquistavo passo dopo
passo i miei anticorpi fino al punto che potevo smettere di prendere
antibiotici per prevenire eventuali infezioni.
Ripresi a
lavorare verso la fine di marzo dell'anno sucessivo iscrivendomi di
nuovo alla camera di commercio come artigiano e libero
professionista. Ero ritornato un uomo libero ed autosufficente, fino
a novembre del 2008 anno in qui a causa della crisi economica persi
il lavoro. Ricadendo di nuovo in una crisi esistenziale, fisicamente
sano ma inpotente in quanto non riuscivo a trovare uno straccio di
lavoro, svuotato della mia dignità di uomo libero ed autosufficiente
che poteva lavorare ma dovevo dipendere dell'aiuto dei miei figli e
dei miei due fratelli, nell'estate del 2009 preso dallo sconforto,
decisi di farla finita, feci una e-mail ai miei tre figli dicendo che
me ne sarei andato e
che non sarei
tornato a casa vivo, e che se mai avessero trovato il mio corpo non
volevo essere sepolto ma gettato in mare come un marinaio che nella
sua vita ha girovagato per il mondo, ed in un certo senso mi sento
figlio del mare (in senso lato) dato che i miei spostamenti
avvenivavano sempre in aereo. Aspettai dopo la mezza notte per
inviare il messaggio ai miei figli in modo che lo avrebbero letto
solo il giorno dopo quando io ero ormai lontano da casa.
Presi la
macchina e viaggiando tutta la notte andai verso il sud dell'Italia e
precisamente sul Gargano, luogo che volevo rivedere prima di
togliermi la vita, perchè mi era rimasto un bellissimo ricordo di
quando molti anni prima con la mia famiglia trascorsi una bellissima
vacanza in campeggio. Non avevo con me molti soldi e di conseguenza
mangiavo panini e pizzette e dormivo in macchia su una scogliera nei
pressi di Peschici Garganico. Rimasi quasi tre giorni su quella
scogliera ripensando alla mia vita passata e a tutti gli errori che
avevo commesso, ma portavo con me anche bellissimi ricordi di vita
vissuta quasi come un gitano che non sa stare nello stesso posto per
troppo tempo, contemporaneamente pensavo come mi sarei tolto la vita
cercando il posto più adatto e come avrei fatto. Il terzo giorno
ormai avevo deciso per come e dove mi sarei tolto la vita così il
pomeriggio andai in paese a comperare una corda con la quale avrei
fatto il cappio per impiccarmi la notte stessa gettandomi dal pontile
sulla scogliera che serviva ai pescatori. Verso le dieci di sera
presi la macchina e mi incamminai verso la stradina che portava alla
scogliera, ero frastornato da mille pernsieri e guidavo come un
automa quasi
inconsciamente,
quando dentro di me si fece viva una voce che mi diceva: Claudio
cosa fai? Torna a casa, torna a casa,e continuava a ripeterlo
sempre più forte, quando mi accorsi che avevo già superato di un
paio di km, circa l'mbocco della stradina che portava alla scogliera
così che non tornai indietro e dando retta a quella voce mi dissi,
va bene vada coma vada torno a casa nel momento stesso che decisi
quel peso opprimente che avevo sullo stomaco scomparve ed armato di
nuova forza ripresi la strada verso casa. Viaggiai fino all'alba
quando stremato dalla fatica mi fermai a dormire, ero ormai a poche
centinai di Km. da casa che raggiunsi verso mezzo giorno. I
vicini che mi videro scedere dalla macchina avvisarono subito i mie
figli e così dovetti andare con Eros, il più giovane al comando dei
carabinieri per avvertire che potevano cessare le ricerche che già
erano state diramate via telefax verso tutti i comandi in Italia.
Tornai in casa e mi coricai sul letto dove mi addormentai quasi
subito in un profondo sonno fino al mattino seguente. Sconcertato e
con il cuore in mano, il giorno seguente ebbi l'impressione che i
miei figli erano alquanto indispettiti nei miei confronti e
continuavo a pensare che sì sono tornato a casa ma non sapevo se
avevo fatto bene o male.
Passo un
altro anno prima che trovassi un lavoro in Cina perchè in Italia non
era possibile allora come adesso a causa della recessione economica
che ha causato la chiusura di molte piccole e medie aziende ed
innumerevoli suicidi di
imprenditori
sovrastati dai debiti e finiti in bancarotta, loro sono riusciti là
dove io avevo fallito e mi chiedevo se l'avessi fatto a quet'ora
sarebbe ormai tutto finito mentre invece mi sentivo un peso verso i
miei figli e fratelli. Quando partii per la Cina non ero ancora
sicuro di trovare un lavoro, nonostante avevo preso contato con una
Ditta di Foshan che era interessata ma si asteneva di darmi una
garanzia di lavoro prima di avere un incontro. Ormai era scaduto il
termine di sfratto per potere rimanere in quel appartamento, dato che
non avendo un salario erano ormai diversi mesi che non pagavo
l'affitto e la padrona di casa andò per via legale per darmi lo
sfratto che il giudice diede ragione a lei e fissò un termine limite
dopodichè dovevo andare a dormire sotto qualche ponte. Così il
giorno stesso della scadenza del termine partii per la Cina con il
biglietto che avevo acquistato con un prestito di mio fratello
Giorgio, presi con me un paio di valige con qualche indumento e la
corda che non avevo ustato prima, consapevole che se non avessi
trovato una
sistemazione
ed un lavoro non sarei comunque tornato in Italia.
Dopo un breve
colloquio con il manager della ditta al quale diedi il mio curriculm
vitae e raccontai la verità sulla mia situazione, mi assicurò un
lavoro come project desin in ufficio ed una sistemazione in una
stanza sopra gli uffici, potete immaginare la mia soddisfazione,
finalmente avevo un lavoro ed una dignità riacquistata, lontano da
casa ma ero abituato a vivere all'estero e la cosa non mi pesò, lo
stipendio non era certo comparabile con i soldi che guadagnavo prima
come artigiano e libero professionista, ma mi bastava per vivere, era
il 17 luglio del 2010, e subito mi tornò alla mente quella vocina
che mi disse di tornare a casa alla quale avevo dato retta. Fortuna,
divina provvidenza non lo so, ma oggi so che non si deve mai perdere
la speranza e sopratutto che nessuno ha il diritto di togliersi la
vita, perchè la nostra vita non ci appartiene, qualc'uno o
quoalc'osa aveva deciso che dovevo venire al mondo e solo lui è il
padrone della mia vita e quando sarà il momento deciderà di
interrompere questa esperienza terrena, ma solo il corpo ha un inizio
ed una fine ma l'anima non muore, essa continuerà nella spiritualità
di una dimensione che stà sopra di noi e che ci verrà concesso di
conoscere soltanto dopo la morte del corpo.
Di questo
sono fermamente convinto senza credere in questa o quella religione.
Sono nato in Italia e dovrei essere cattolico, ma mi sento più
vicino al Buddismo come filosofia di vita e credo nella rincarnazione
come ulteriore prova fino a quando la nostra coscienza non avrà
raggiunto la perfezione ed il nostro spirito si fonderà con la luce
eterna del cosmo. Forse queste mie affermazioni ad alcuni suoneranno
come quelle di un pazzo illusionario, ma ogn'uno di noi è libero di
credere o non credere in questa teoria, (chiusa la parentesi
teologica) sono rimasto in Cina fino a luglio del 2012 dopodichè a
causa di restrizioni governative verso gli immigrati che non hanno un
permesso di lavoro come me, perchè per ottenerlo si deve passare una
visita medica e così accorgendosi che sono siero positivo non mi
venne concesso. Con la conseguenza che dovevo lasciare la Cina ed il
mio lavoro. Non potendo tornare
in Italia
perchè non ho dove vivere e neppure lavorare mi sono trasferito qui
in Vietnam dove vivo finalmente con la mia compagna nel suo
ristorante, povero ma felice di essere di nuovo insieme come un
tempo.
Purtroppo a
causa della mia sieropositività devo fare un viaggio in Italia ogni
sei mesi per il controllo di routine e per prendere i medicinali
salvavita. E devo escogitare come procurarmi il denaro per il
viaggio ed il breve soggiorno, non posso sempre sperare che
mio fratello tramite il conto della mamma mi copri la spesa. Se non
foss'altro che per questa ragione io vivrei bene lostesso anche senza
un soldo in tasca. Mi basta un tetto ed un letto dove dormire e c'è,
un paio di pasti tutti i giorni e ci sono, il clima qui è favorevole
perchè non è mai troppo caldo e mai troppo freddo, un paio di
bermuda, una maglietta, ed un paio di infradito è tutto quello che
mi serve per vestirmi. Cosa voglio di più, nientaltro che vivere al
fianco della mia compagna che non ho mai tradito da quando decisi che
lei era la donna per me che cercavo da tempo, non più passioni forti
ma un reciproco amore e rispetto, e poi diciamo la verità, anche se
volessi non ho più l'eta per certe cose e mi accontento di vivere il
mio tempo serenamente.
Claudio Zapparoli
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